A partire da quest’anno, il modello 730 fa segnare una serie di modifiche da tenere in seria considerazione. A partire dal 16 marzo 2023, i datori di lavoro hanno rilasciato le certificazioni uniche, note anche come CU 2023, inerenti ai redditi percepiti nel corso del 2022. Si tratta di un passaggio essenziale per la dichiarazione dei redditi, propedeutico alla compilazione di un modulo essenziale per ogni prestazione lavorativa. Ecco cosa c’è sapere in merito alle novità di questo importante documento per ogni lavoratore.

Cosa cambia nel 730 del 2023?

Quali sono le novità riguardanti il modello 730 del 2003? In primo luogo, le aliquote Irpef collegate alle detrazioni fiscali sono state notevolmente modificate, specie per quanto riguarda lavori dipendenti e autonomi e pensioni. Gli scaglioni delle tasse pari al 43% sono stati ampliati e le misure riguardano tutti i redditi tra i 28 mila e i 50 mila euro. Il trattamento integrativo, che nel 2022 è stato attribuito a coloro che hanno un reddito al di sotto dei 15 mila euro e fino ai 28 mila se alcune detrazioni hanno un’entità economica maggiore rispetto all’imposta lorda.

Allo stesso tempo, il prospetto inerente ai familiari a carico vede ulteriori modifiche da monitorare. Nel caso specifico, le detrazioni riguardano solo i figlio con un’età a partire dai 21 anni. Nello scorso anno, l’introduzione dell’assegno unico ha fatto in modo che siano state assorbite tutte le agevolazioni, compreso anche l’assegno familiare. Ma gli aspetti da tenere d’occhio non terminano qui.

Infatti, il nuovo modello 730 deve comprendere ulteriori aiuti fiscali introdotti dal 2022. Si parte dal bonus per installare per i sistemi d’accumulo alimentare tramite fonti rinnovabili e si prosegue con il bonus per attività motoria per malattie croniche e disabili. Inoltre, va inserita la detrazione del 75% dall’imposta lorda per tutte le spese a partire da 1° gennaio del 2022, sostenute per rimuovere le barriere architettoniche. Infine, bisogna aggiungere le detrazioni sui canoni di locazione per i giovani fino ai 31 anni.

Quando si può presentare il 730 2023?

Il modello 730 del 2023 va presentato in base ad alcune scadenze di notevole importanza. Ad ogni modo, il tempo per effettuare questa operazione è davvero molto ed è possibile agire con la massima calma. Infatti, la soglia temporale è stata spostata, solo per quest’anno, dal 30 settembre al 2 ottobre. Ciò perché la prima data cade in un giorno pre-festivo ed è stato scelto di protrarla di lunedì.

La possibile visione del modello 730 già compilato è in vigore a partire dallo scorso 2 maggio. Grazie a questo accorgimento, ciascun contribuente ha la facoltà di visionare le agevolazioni e i bonus aggiunti da parte dell’Agenzia delle Entrate. Per visionare la propria dichiarazione dei redditi, bisogna essere in possesso di almeno una credenziale tra la moderna carta d’identità elettronica, quella nazionale dei servizi e i dati relativi allo Spid.

Sono due le modalità con le quali va presentato il modello 730. La prima riguarda la possibilità di effettuare tutti i passaggi in maniera autonoma, mentre la seconda prevede il contributo da parte di una figura abilitata, che si tratti di un commercialista, un Caf o un qualsiasi professionista.

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Chi non deve presentare il 730 nel 2023?

La maggior parte dei contribuenti è tenuta a presentare la dichiarazione dei redditi, e quindi compilare il modello 730 nei tempi e nei modi prestabiliti. Ad ogni modo, diverse categorie sono esenti da questa procedura ed è necessario che si sappia quali siano. Se le imposte versate sono state trattenute al meglio dalla figura addetta, o non sono dovute perché provenienti da redditi esenti, o anche se non ci sia alcuna tassa da versare, il modello 730 non va presentato. Lo stesso discorso riguarda la richiesta di rimborsi su crediti ed eccedenze di versamento già conteggiati.

Anche coloro che percepiscono redditi dall’abitazione principale o da immobili esenti dalla tassa Imu sono esonerati dalla presentazione del modello, insieme ai contribuenti che hanno solo un sostituto d’imposta proveniente da pensione e lavoro dipendente. Chi riceve un reddito al quale viene applicata l’imposta sostitutiva è a sua volta autorizzato a non presentare il modello, a meno che non si tratti della cedolare secca. Inoltre, nel caso in cui non siano state trattenute le quote addizionali all’Irpef in maniera dovuta, non si verifica alcuna esenzione.

Va anche ricordato che coloro che hanno ricevuto eventuali indennità di disoccupazione dovrebbero accertarsi che le detrazioni siano state applicate in maniera adeguata. Chi ha percepito due Certificazioni uniche da parte del datore di lavoro e dell’Inps deve presentare la dichiarazione dei redditi, così come anche chi ha ottenuto solo la disoccupazione. Tutto dipende dal reddito percepito e dalla soglia inerente al 2022.

Come si può notare, c’è davvero molto da sapere sulla presentazione del modello 2023 e ogni dettaglio può risultare determinante ai fini di una compilazione eseguita nel modo migliore. Non resta altro da fare che pensare alla propria situazione economica e verificare se si debba presentare o meno un modulo simile.

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