La legge di bilancio è un atto giuridico-normativo elaborato dallo Stato Italiano il cui oggetto principale è rappresentato dalle previsioni di entrata e di uscita, relative all’anno solare successivo alla sua stesura, e si occupa di allocare le risorse finanziarie necessarie al raggiungimento degli obiettivi che l’Esecutivo ha provveduto a concordare in sede europea. Tale norma, inoltre, definisce anche un bilancio di previsione triennale aggiornato sulla base dei risultati consolidati nell’anno precedente.
In considerazione della natura economico- finanziaria della legge, è evidente il ruolo essenziale da essa rivestito e giustifica il lungo iter necessario alla sua approvazione e alla successiva promulgazione.
La legge di bilancio 2023, approvata dal Consiglio dei Ministri Italiani lo scorso 21 novembre e dal Senato della Repubblica il successivo 29 dicembre, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e si contraddistingue per una lunga serie di misure e stanziamenti specifici ed alcune novità per liberi professionisti e lavoratori autonomi.
Tra quest’ultime disposizioni quelle di natura fiscale sono particolarmente interessanti.
Raccolte sotto il più ampio nome di “tregua fiscale” rappresentano un deciso passo di conciliazione che l’Esecutivo ha inteso dedicare ai contribuenti. Sono infatti ben 12 le sanatorie previste che promettono di alleggerire gli oneri debitori pregressi di un nutrito numero di cittadini italiani.
Tregua fiscale: lo stralcio dei carichi pendenti presso l’Ufficio delle Entrate
La legge di bilancio 2023, nella sezione di cui ai commi da 222 a 252, definisce la cancellazione automatica di tutte le cartelle debitorie di importo fino a 1000 euro che siano state affidate all’agenzia della riscossione in un tempo compreso fra il 1 gennaio 2000 ed il 31 dicembre 2015.
La data di cancellazione del debito è stabilita nel 31 gennaio 2023 soglia entro la quale vengono congelate le notifiche di riscossione che rientrano nella sanatoria.
Tutti i contribuenti che, invece, avessero già provveduto ad estinguere le cartelle esattoriali oggetto di possibile cancellazione non hanno diritto ad avanzare richiesta di rimborso e le somme si intendono legittimamente acquisite dall’autorità tributaria.
Va precisato, inoltre, che nella determinazione dell’importo massimo sanabile (pari ad Euro 1.000), rientrano la quota capitale, gli interessi per ritardata iscrizione a ruolo e le eventuali sanzioni, mentre restano esclusi dal computo gli aggi di riscossione, gli interessi di mora e le eventuali spese di procedura.
Nel caso in cui un contribuente sia titolare di una pluralità di carichi pendenti iscritti al ruolo va detto che tutti quelli che rientrano nei parametri di cui alla norma sono oggetto di sanatoria.
Nel computo dei debiti che rientrano nella procedura di saldo e stralcio vi sono quelli che provengono da enti amministrativi dello Stato, dal fisco e dagli enti previdenziali.
Nel caso in cui, invece, il ruolo provenga da enti territoriali diversi, la cancellazione riguarda solo sanzioni e interessi.
Va sottolineato, infine, che non tutte le cartelle esattoriali possono essere cancellate. Rimangono comunque escluse quelle che rientrano nella seguente specifica:
- gli importi dovuti a titolo di recupero di aiuti di Stato;
- i crediti derivanti da pronunce di condanna della Corte dei conti;
- le somme dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna.
Tregua fiscale: la Rottamazione Quater
L’articolo 46 della legge di bilancio 2023 definisce il perimetro di applicazione della cosiddetta Rottamazione Quater che può essere considerata una vera e propria manovra di agevolazione riservata ai contribuenti che desiderano sanare i carichi pendenti presso l’ente di riscossione relativi al periodo compreso tra il 1 gennaio 2000 ed il 30 giugno 2022.
Le somme derivanti da tali cartelle esattoriali (sempre che non rientrino nell’opzione di saldo e stralcio delineata dall’articolo 45 e riferita ad importi fino a 1000 euro), possono essere redente senza corrispondere le somme maturate in seguito ad applicazione di interessi, sanzioni ed interessi di mora, ma onorando esclusivamente gli importi dovuti a titolo di capitale e di rimborso delle spese per le procedure esecutive e di notifica della cartella di pagamento.
Per poter sanare tali posizioni in modo agevolato, però, è necessario attenersi alle disposizioni di pagamento stabilite dalla normativa.
I pagamenti, infatti, possono essere onorati in una delle seguenti modalità:
- versando le somme in un’unica soluzione entro e non oltre il 31 luglio 2023;
- in modalità rateale con un piano di ammortamento che non può superare le 18 rate.
L’accesso a quest’ultima opzione, però, prevede che le prime due rate siano di importo pari al 10% del debito complessivo ed abbiano scadenza il 31 luglio 2023 ed il 30 novembre 2023 mentre quelle successive siano di importo costante e con cadenza quadrimestrale (fine febbraio, maggio, luglio e novembre) a partire dal 2024.
Le rate con scadenza oltre il 1 agosto 2023, inoltre, sono gravate di interessi aggiuntivi nella misura del 2%.
Per accedere all’istituto della Rottamazione Quater il contribuente deve presentare apposita domanda (in modalità esclusivamente telematica) all’Ufficio delle Entrate entro e non oltre il 20 aprile 2023.
La richiesta dovrà indicare il numero di rate scelto per onorare il debito e l’espressa rinuncia ad eventuale giudizi pendenti sui carichi oggetto di rottamazione, ma al momento non è ancora disponibile nel dettaglio l’iter burocratico necessario al perfezionamento che è ancora in via di definizione.
Va precisato che possono accedere alla sanatoria anche i carichi eventualmente decaduti in seguito a sanatorie precedenti (come la rottamazione Ter).